Sono dodici i neolaureati, età compresa fra i 25 e i 30 anni, con competenze trasversali in vari ambiti, tecnico, giuridico economico, umanistico, selezionati da una importante azienda siderurgica con sede nel bresciano, attraverso un piano di comunicazione che ha coinvolto decine di università e uffici di placement, per essere inseriti in un progetto aziendale denominato “e-farmer house” la cui mission, come dichiara il responsabile HR del gruppo, “è la fertilizzazione digitale in un’ottica trasversale, non verticale ma orizzontale: vogliamo rompere gli schemi consolidati all’interno dell’azienda”.

Dopo aver occupato i primi due mesi a studiare l’azienda, saranno divisi in due squadre, ciascuna delle quali elaborerà un proprio progetto di trasformazione digitale dell’azienda. Il migliore sarà scelto, finanziato e sviluppato nel biennio successivo.

Uno di loro, Vincenzo, neolaureato in giurisprudenza con tesi su big data e trattamento privacy, ha visto l’annuncio mentre si trovava a Bristol, in Gran Bretagna, dove seguiva un corso di international management. E’ stato molto colpito dal progetto in cui si parlava di lavorare in team, di innovazione, 4.0, di digitale. L’attività imprenditoriale (app per cinema e tv) precedentemente avviata durante gli studi è durata tre anni. “Fallire è stato però utile, ho capito dove ho sbagliato, quali elementi mi mancavano; ho vissuto un’esperienza in più: in Italia il fallimento è valutato negativamente, invece non è così, come ci insegna la Silicon Valley”.

Il Responsabile HR si augura che la trasversalità del progetto di “fertilizzazione” abbia un carattere dirompente e vada a permeare l’intera azienda.